Forse dovrei smetterla di degustare e recensire solo Franciacorta su questo blog. In effetti mi ero promesso di dare spazio a qualche Trento Doc o Prosecco, ma non posso non scrivere di uno spumante che reputo tra i migliori Franciacorta di fascia base (e ne ho bevuti parecchi). Avevo già assaggiato questo Franciacorta in precedenza (con impressioni positive), ma ho voluto provarlo nuovamente: si tratta del Franciacorta Extra Brut dell'azienda Castel Faglia. Prezzo di circa 12 € (a mio avviso li vale tutti). Sboccatura 2013 (cliccaci sopra se non sai cosa significhi: troverai la pagina dei metodi di produzione con tutte le fasi di lavorazione). Aprendo il sito della cantina Castel Faglia, si coglie subito l'intenzione di puntare all'eccellenza della Franciacorta, con attenzione particolare all'uva. E probabilmente, è proprio la crescita dell'uva in piccoli appezzamenti con diverse caratteristiche aromatiche, anziche in grandi vigneti, a rendere questo Extra Brut un prodotto di notevole qualità.
Franciacorta Brut La Fiorita, uno spumante per i pasti
Post-cena, in preda ad irrefrenabile voglia di bollicine, decido di stappare una bottiglia che da ben 24h (un tempo quasi geologico) era riposta in frigorifero: un piacevole regalo da parte della mia ragazza. Pur avendo degustato innumerevoli prodotti della Franciacorta e avendo trascorso, in pratica, tutto il Vinitaly2015 nell'omonimo padiglione, l'azienda "La Fiorita" mi risuonava come un nome nuovo. Ed in effetti -come sempre faccio ancor prima di sorseggiare- ho consultato il sito della cantina, scoprendo che si tratta di una realtà tutto sommato "recente". Le prime bollicine vennero prodotte nel 2000, a Ome (BS), dov'è situata, appunto, l'azienda con annesso agriturismo. Ad oggi, La Fiorita produce ben sei tipologie di Franciacorta: Zero, Extra Brut, Brut, Rosè, Satèn, Riserva. (Se non sai cosa vogliano dire questi termini, tranquillo, c'è una pagina apposita per te.)
d'Araprì Metodo Classico Brut, una conoscenza da approfondire
Vacanze
pasquali. Torno in Puglia per qualche giorno e non posso che prendere
al volo una bollicina per gli amici (poco dediti a degustazioni, al
mondo della spumantizzazione e più inclini a birra e tattiche usanze da
pasquetta). Una volta al supermercato decido di acquistare un prodotto
del territorio: la d'Araprì é una delle poche aziende produttrici di metodo classico in Puglia. Una delle prime realtà, nata nel 1979, in grado di dar forma
alla spumantizzazione di qualità in terra pugliese (precisamente
nell'area di San Severo) e che, nel corso degli anni, è riuscita a creare delle etichette di assoluta (e riconosciuta) qualità al pari dei -più noti- Franciacorta o Trento DOC. La scelta, date le finanze non proprio
cospicue, ricade sulla linea-base di casa d'Araprì, il metodo classico
Brut. (Sboccatura 2013). Prezzo, 13 € circa. Qualche parola di presentazione della bottiglia con gli amici di un freddo Lunedì di Pasqua e si procede al botto.
Riva di Franciacorta Brut, il primo assaggio
Era da circa un mese che -recandomi in diversi supermercati per la solita spesa da "fuorisede"- avevo notato sugli scaffali una nuova bollicina. Non conoscendo il produttore, fui subito colpito dalla denominazione e, forse, in misura ancor maggiore, dal prezzo di vendita. Poco più di 10 € per un Franciacorta Brut. Forse questo nome non ti dice nulla, ti risuona quasi come una inutile sigla: se così fosse, ti rimando a questo articolo in cui parlo -in linea generale- delle migliori bollicine italiane. Nel caso non avessi voglia di approfondire, ti dico soltanto che la parola "Franciacorta" indica uno spumante italiano prodotto in una ben precisa zona (la Franciacorta, appunto) in Lombardia, con rigorosi e precisi metodi di produzione. (Piccola parentesi: se credi di essere far bella figura in un locale ordinando uno "spumante Franciacorta" sappi che stai sbagliando. La parola "Franciacorta" da sola indica già il prodotto. Esattamente come per lo Champagne).
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